Le regole del caos

Voglio dedicare uno spazio all’ultimo film diretto dall’unico e inimitabile Alan Rickman, il penultimo in cui ha recitato prima che ci lasciasse. L’ho visto al cinema nel 2014 e non l’ho mai dimenticato. Per la prima volta mi capitò che in una sala cinematografica non inserissero i minuti di intervallo e… non me ne accorsi neanche! Ero così assorbita dalla calma e dall’atmosfera salubre del film, che mi ritrovai direttamente ai titoli di coda, rilassata ed emotivamente distesa. É proprio questa la bellezza di questo film, a mio avviso: non è una storia avvincente, incalzante, piena di colpi di scena o di eventi elettrizzanti. É semplicemente molto… umana, pacata. Tutto avviene sui volti e tra le mani dei personaggi, ognuno segnato a modo proprio dalla vita e, nonostante ciò, sempre lì, in piedi, a lavorare per ciò che ama e lo rende grande dentro.

Anche questa volta non parlerò della trama. Cercherò di trasmettervi ciò che gli attori, il regista e la storia hanno trasmesso a me. Ma qualche informazione più tecnica è d’obbligo: siamo alla corte di Luigi XIV (Alan Rickman) e sotto la guida di André Le Nôtre (Matthias Schoenaerts), l’architetto paesaggista a cui dobbiamo la maestosità dei Giardini di Versailles e l’emozionante viale degli Champs-Elysées parigini. Sabine de Barra (Kate Winslet), invece, non è un personaggio storico.

“Io vedo solo fango”. Queste sono alcune delle parole pronunciate dal Re Sole, mentre assiste alla costruzione di qualcosa di splendido su un terreno reso fertile da umiltà, passione, talento e tanta voglia di scardinare le regole. Siamo di fronte a una pellicola che associa al “Caos” una storia a mio avviso delicatissima, che fa emergere come a volte, per i più prevenuti, caos sia sinonimo di disordine, quando invece è semplicemente originalità, novità. La parola “caso” somiglia molto a “caos”: tuttavia è soltanto la prima che non segue regole. Sta alle menti aperte comprenderlo.

“Chi è temerario abbandona una sicurezza, mentre io credo che forse la sicurezza ha abbandonato me.”

Sabine de Barra (Kate Winslet)

In un mondo in cui soltanto chi era “qualcuno” aveva voce in capitolo, Rickman ci presenta la grazia di chi, pur essendo “nessuno”, si fa strada con le proprie cicatrici e le proprie conoscenze, mettendosi alla prova laddove nessuno come lei avrebbe osato.

Osare. Credo sia la parola-chiave di questo film. Contro tutti, sia contro le alte aspettative sia contro la mancanza di fiducia altrui. Si deve osare, anche quando l’insicurezza ci divora, perché la felicità la si trova soltanto facendo ciò che si ama, anche in sordina i primi tempi e nella propria baracca, e credendo fortemente nei propri progetti.

“A volte mi sento sopraffatto dalle difficoltà della vita. Quando arrivo in un posto come questo, gradualmente il coraggio si impossessa di me e io mi sento più adeguato.”

André Le Nôtre (Matthias Schoenaerts)

Questo film mi ha fatto riflettere su quanto sia importante per il proprio benessere partire dalla costruzione di un “giardino” personale, proprio come fa Madame de Barra, e curarlo nel quotidiano con ciò che si sa coltivare. Fatto ciò diventa più facile affrontare le preoccupazioni e trovare altri luoghi affini in cui sentirsi se stessi.

Madame de Barra, parlando di Le Nôtre: «É la persona più completa che conosco.»

Il Re: «Mi fate desiderare che qualcuno descriva me in questo modo.»

Se vedrete questo film, scoprirete che, curiosamente, Le Nôtre è palesemente un personaggio insicuro, che percepisce se stesso incompleto e che vede in Madame de Barra una delle personalità più forti e ammirevoli che abbia mai conosciuto. Il loro incontro, dunque, gioverà a entrambi.

E così, passiamo infine a un altro dei motivi per cui ho apprezzato questo film. Ho amato l’importanza che viene data all’avere accanto qualcuno che riconosca il potenziale che ognuno ha dentro. É naturalmente essenziale imparare a riconoscere il proprio valore umano e a essere centrati a prescindere dagli altri, ma è altrettanto salutare cercare e tenersi strette le persone che sanno valorizzarci, che vedono in noi il bello che a volte neanche noi riusciamo a scorgere. Viviamo in una società in cui l’indipendenza del singolo, valore imprescindibile, ha quasi messo in cattiva luce il desiderio umano di accompagnarsi e, perché no, ogni tanto appoggiarsi all’altro. Io ritengo che siano fondamentali entrambi gli aspetti, per non cadere.

Credo e spero di essere riuscita a trasmettervi gli ingredienti principali del film, senza fare troppi spoiler.

É una pellicola che merita… e Kate Winslet deve avere pensato la stessa cosa quando ha letto la sceneggiatura, perché pur di avere la parte ha rivelato al regista di essere al terzo mese di gravidanza soltanto a riprese avviate. Per fortuna l’intero film fu girato in poco più di un mese (a Parigi, penserete, e invece no! A Londra)! 🙂

Vi lascio il trailer e spero di avervi convinto a vederlo. Io l’ho affittato qualche giorno fa su Prime Video perché avevo voglia di rivederlo. Fatemi sapere! Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate. In ogni caso, vale la pena vederlo soltanto per le meravigliose atmosfere piene di ossigeno e per la grandiosa “opera finale”… Non aggiungo altro.

Alessia Castellini

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2 Risposte a “Le regole del caos”

  1. ..che bei concetti hai ampiamente argomentato, carissima Ale!!! Ho assaporato con piacere la saggezza delle tue opinioni e direi che le condivido pienamente :))) Un abbraccione,mia splendida amica.. <3 Ale

    1. Caro Alessandro, scusa il ritardo nella risposta! Grazie per aver letto anche questo articolo *.* Piano piano andrò arricchendo anche la pagina cinematografica. Ti consiglio di vedere questo film perché è davvero una perla!
      Grazie, come sempre, per le meravigliose parole che spendi per me! Un abbraccio grande, importante amico di penna. *.*

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