La musica nel cuore


Ascolta… la senti? La musica! Io la sento dappertutto: nel vento, nell’aria, nella luce… è intorno a noi, non bisogna fare altro che aprire l’anima, non bisogna fare altro che ascoltare!

Evan (Freddie Highmore)

“La musica ci affascina da sempre per il modo che ha di comunicare, senza parole, senza immagini.”

Con questo film inauguro una mia piccola rubrica cinematografica in cui non inserirò necessariamente grandi film acclamati dalla critica o vincitori di chissà quanti premi. No. Inserirò soltanto i film che mi commuovono, che mi smuovono una serpentina di brividi sottocutanei all’altezza della nuca e delle braccia, perché l’obiettivo del mio blog è emozionare, spingere chi mi legge a cercare ciò che sveglia batticuore e trepidazione, desideri genuini e connessioni. E a proposito di queste ultime …

Connessioni inspiegabili e coincidenze emozionanti. Questi sono gli ingredienti principali di questo film che dal 2007, ogni volta che lo vedo, mi fa tremare il cuore e attira qualche mia lacrima.

Chi ha letto la mia storia su Wattpad sa quanto io ami i ponti tra concetti, tra sensazioni. E questo film scorre interamente su un ponte, su una pellicola fatta di musica. Starete pensando che si tratti di un musical e invece no. Cercherò di spiegarmi al meglio, trasmettendovi gli elementi essenziali e facendo qua e là qualche riferimento alla trama ma senza parlarvi di essa, perché quella potete trovarla ovunque sul web.

A mio avviso, questo film è una fiaba moderna: ci sono i protagonisti, gli antagonisti, le peripezie, l’elemento magico e… il lieto fine. E, secondo me, al contrario di ciò che possiate pensare a prima vista, non è la musica l’elemento magico, ma la speranza. La speranza nell’idea che, affidandosi all’ascolto di ciò che ci chiama e che ci smuove il cuore, rimarremo sempre e comunque sulla strada giusta, quella strada che non è sempre lineare – a volte odora di orfanotrofio, di metropolitane newyorkesi piene di sorrisi opportunisti, di bugie paterne e di segnali fuorvianti – ma che resta sempre e comunque l’unica che ci consente di essere felici “quando tutti gli altri vanno a casa”. E sì, è decisamente la speranza l’elemento magico, la cieca certezza in qualcosa che non capisce nessuno e per la quale si è pronti ad abbandonare tutto.

É un film che spinge a connettersi con le proprie percezioni, che spinge a chiedersi « E per me? Cos’è quella cosa che è dappertutto, nel vento, nell’aria, nella luce? Cos’è quella cosa per cui mi farei chiamare matto, per cui mi spoglierei delle mie certezze? Chi sono le persone che sentono esattamente ciò che sento io senza che io glielo spieghi?»

La più grande verità di questo film è che alla fine non importa quanta di quella musica – fatta di clacson newyorkesi, colpi sulle corde di Roxy e orchestre della Juilliard School – fosse realmente lì per riconnetterli… importa che Layla, Louis ed Evan ci hanno creduto, hanno creduto che fosse quella musica che li avrebbe riuniti.

Ogni volta che vedo questo film, mi viene un’immensa voglia di credere… di credere nei miei sogni, nel fatto che non importa quante deviazioni mi allontanino dall’obiettivo ma quante svolte io scelga di prendere per tornare sulla mia strada.

Quindi… cos’è la vostra musica?

Vi lascio il trailer, guardatelo e poi… poi se vi va fatemi sapere cosa ne pensate. Ma per vederlo abbandonate tutte le barriere razionali – credere nella magia quando i protagonisti non sono streghe e maghi è complicato, lo so – e tutti i pensieri del tipo ” Eh… impossibile!”, perché altrimenti non sentirete “la vostra musica”. In fondo, perfino “Il Mago”, soprannome del grande Robin Williams in questo film, suggerisce che è proprio della forma di magia più realistica che stiamo parlando.

Se lo avete già visto, riguardatelo. Fa bene all’anima.

Io lo so qual è la mia musica… la scrittura.

Alessia Castellini

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Le immagini sono prese dal web.

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